Dalla sabbia al vetro

by Blueside emotional design

Furono i fenici e subito dopo gli egizi a scoprire, quasi casualmente, che semplice sabbia marina scaldata con il fuoco, potesse trasformarsi d’incanto in una materia trasparente e bellissima chiamata vetro.

La silice presente nella sabbia, unita ad altri elementi naturali presenti nella terra, rappresenta tutt’ora la materia prima principale per la fabbricazione del vetro.

Vi è mai capitato di ammirare un pezzo di roccia lavica e al suo interno scoprire che si può estrarre l’ossidiana, una lucente materia dura e preziosa, nera e lucente semi trasparente che può essere definita “il vetro naturale”?

Questo esempio è per far capire che l’alta temperatura agisce sulla silice presente nel terreno, insieme a calcio, magnesio e altri minerali in maniera del tutto naturale creando magma incandescente che una volta raffreddato si trasforma in vetro naturale (ossidiana).

Da queste geniali scoperte del passato arriviamo ai tempi d’oggi e ci accorgiamo che se uniamo del boro al silicio possiamo ottenere un vetro molto trasparente, puro e resistente agli shock termici e a bassissimo coefficiente di dilatazione.

Nasce così il vetro borosilicato.

Ad inventarlo fu Otto Schott, fondatore della Schott AG nel 1893, lo stesso che realizzò le prime ottiche da microscopio utilizzate ancora oggi.

Questo vetro ha la caratteristica di resistere al fuoco e alle alte temperature senza esagerate precauzioni nell’uso ed ha avuto grandissimi risvolti applicativi nell’industria chimica per la realizzazione di reattori, nella farmaceutica per la sintesi di farmaci e in ambito domestico per la cottura dei cibi, nonché per l’illuminazione prima dell’avvento dei led, ovvero quando era necessario che il vetro resistesse alle alte temperature sprigionate dalla illuminazione a incandescenza.

Il vetro borosilicato quindi è un vetro altamente tecnico, nobile, che più di tutti garantisce inerzia chimica e non rilascia contaminanti nel caso in cui venga a contatto con liquidi o solidi stoccati per periodi anche lunghi.

borosilicato per apparecchi scientifici

Steroglass, azienda fondata nel 1959 da Luigi Falocci già di seconda generazione, ha sempre utilizzato il borosilicato per la realizzazione di apparecchi scientifici, facendo crescere una brigata di abili mastri soffiatori che con l’uso delle mani e della bocca riescono a modellare forme articolate e complesse dall’elevato contenuto tecnologico.

Anche gli alchimisti, maestri della distillazione botanica, hanno iniziato la loro ricerca e portato avanti le loro prime produzioni utilizzando teste di moro in vetro e pellicani per l’affinazione, alla ricerca della tanto desiderata “quintessenza”.

Steroglass ha realizzato nei suoi 60 anni di vita tantissimi alambicchi per i principali erboristi italiani, aiutandoli a definire gli archetipi portanti per effettuare l’estrazione degli oli essenziali dalle piante officinali o per la realizzazione di assolute a base di alcool ed estratti vegetali.

Il vetro borosilicato, a differenza di quello di Murano, oramai noto a tutti, non si prepara fondendo in un crogiolo ad alta temperatura miscele di sali sodo-calcici per poi prelevarne una parte e creare composizioni artistiche, ma viene trafilato in tubi di vari diametri e spessori e una volta raffreddato rappresenta la materia prima per i soffiatori di vetro ad indirizzo tecnico scientifico. Tale materia prima viene poi rimodellata manualmente dai mastri soffiatori per realizzare saldature, piegature, gonfiature a seconda del progetto da eseguire.

Oltre alla resistenza agli shock termici, all’inerzia/purezza chimica, il vetro borosilicato è stato da sempre apprezzato per la sua trasparenza: talvolta vedere all’interno di un reattore chimico cosa sta accadendo è un aspetto fondamentale del processo.

Steroglass dapprima l’ha utilizzato per costruire manualmente apparecchi chimici da laboratorio di piccola dimensione, poi desiderosa di perfezionare le proprie capacità allo scopo di accrescere l’innovazione dei suoi manufatti, si è orientata alla realizzazione di grandi impianti chimici/farmaceutici di distillazione, evaporazione, estrazione, purificazione, cristallizzazione ecc., e di grandi reattori per lo studio di nuove molecole sintetiche, sempre di continuo interesse nel mondo della ricerca.

L’abilità dei mastri soffiatori, unita alla passione per il design e la bellezza in genere, ha fatto sì che circa 10 anni fa l’azienda cominciasse a cercare nuovi sbocchi applicativi per l’utilizzo del vetro borosilicato. Così è nato il marchio Blueside Emotional Design che oggi vanta un’importante collezione di oggetti per la tavola e per la casa, ormai diventati delle icone nel living, dell’hotellerie di lusso e nel mondo della ristorazione di alto livello.

È importante che questa nobile materia prima, il vetro borosilicato, sia pertanto amata, compresa ed interpretata da un team allargato di partecipanti alla realizzazione di un progetto di design che comprende ovviamente il marketing, ma anche designer e architetti illuminati, nonché chef ed esperti di settore che hanno lavorato o che lavorano sul perfezionamento applicativo, arrivando ad ottenere un prodotto che possa essere bello, apprezzabile da tutti e inimitabile.

Dalla sabbia quindi, attraverso il fuoco e la mano abile dell’uomo si giunge al vetro... una storia eccezionale di questo materiale affascinante che non finirà mai di stupirci per le sue innumerevoli potenzialità.